Si tende erroneamente a pensare che un impiegato tecnico, svolgendo mansioni a rischio basso per la sua salute e sicurezza, non meriti la giusta attenzione nella progettazione dell’ambiente lavorativo.
Trascurare l’importanza della corretta illuminazione e areazione, la giusta disposizione della postazione di lavoro e degli spazi di archiviazione, la manutenzione dell’attrezzatura, ma anche il giusto carico di lavoro affidato al singolo può essere causa di pericolo per la sicurezza del lavoratore o può sviluppare situazioni di stress che incidono ugualmente sulla sua salute e sicurezza.
Allo scopo di garantire la sicurezza e la salute dei lavoratori videoterminalisti, che svolgono la loro attività all’interno di uffici, sono state stilate delle linee guida per la corretta realizzazione dello spazio loro dedicato. Tali normative sono state assunte per il controllo delle condizioni necessarie e sufficienti a garantire la protezione dei lavoratori e la loro tutela dai rischi potenziali ed effettivi presenti nei luoghi di lavoro:
- Decreto Legislativo 9 aprile 2008 n. 81 – Attuazione dell’articolo 1 della legge 3 agosto 2007, n°123 in materia di tutela della salute e della sicurezza nei luoghi di lavoro.
- Decreto Legislativo 3 agosto 2009 n.106 –Disposizioni integrative e correttive al decreto legislativo 9 aprile 2008 n.81.
- Legge 7 luglio 2009, n. 88 art. 39
- Linea guida Inail “il lavoro al videoterminale “edizione 2010.
- UNI EN 1335-1 “Sedie da lavoro per ufficio – Dimensioni – determinazione delle dimensioni”.
- UNI 10380-A1 “Illuminazione di interni con luce artificiale”
- Norme di buona tecnica.
Un posto di lavoro ben concepito è la migliore premessa per garantire il benessere lavorativo e, di conseguenza, un buon rendimento sul lavoro.
La capienza minima del luogo dedicato allo svolgimento dell’attività lavorativa
Partiamo dalla base, ovvero, la capienza minima del luogo dedicato allo svolgimento dell’attività lavorativa. In ottemperanza al D.lgs. 81/2008 i limiti minimi per altezza, cubatura e superficie dei locali chiusi destinati o da destinarsi al lavoro nelle aziende industriali che occupano più di cinque lavoratori, ed in ogni caso in quelle che eseguono le lavorazioni che comportano la sorveglianza sanitaria, sono i seguenti:
- altezza netta non inferiore a m3;
- cubatura non inferiore a m3 10 per lavoratore;
- ogni lavoratore occupato in ciascun ambiente deve disporre di una superficie di almeno m2.
Per i locali destinati o da destinarsi a uffici, indipendentemente dal tipo di azienda, e per quelli delle aziende commerciali, i limiti di altezza sono quelli individuati dalla normativa urbanistica vigente, normalmente m 2,70.
I valori relativi alla cubatura e alla superficie si intendono lordi cioè senza deduzione dei mobili, macchine ed impianti fissi.
L’altezza netta dei locali deve essere misurata dal pavimento all’altezza media della copertura dei soffitti o delle volte.
Lo spazio destinato al lavoratore nel posto di lavoro deve essere tale da consentire il normale movimento della persona in relazione al lavoro da compiere.
Pavimenti, muri, soffitti e finestre devono avere le seguenti caratteristiche generali:
- Essere ben difesi dagli agenti atmosferici e provvisti di isolamento termico e acustico;
- Avere aperture sufficienti per un rapido ricambio dell’aria;
- Essere ben asciutti e ben difesi dall’umidità;
- Avere le superfici dei pavimenti, delle pareti e dei soffitti tali da poter essere pulite e deterse per ottenere condizioni adeguate di igiene;
- Pavimenti stabili ed antisdrucciolevoli nonché esenti da protuberanze, cavità o piani inclinati pericolosi;
La distribuzione degli spazi
Per quanto riguarda la distribuzione degli spazi è importante adottare alcuni semplici accorgimenti.
Sono preferibili pareti di colore chiaro ma non bianco puro. Infatti, una parete di colore chiaro permette di riflettere maggiormente la luce incidente, rispetto ad una scura, incrementando così l’illuminazione dell’ambiente. Un ambiente di lavoro deve essere dotato di sufficiente illuminazione naturale, eventualmente aiutata da sistemi di illuminazione artificiale anche localizzati. Le luci artificiali all’interno degli uffici dovrebbero essere schermate da griglie a lamelle, inoltre, si consigliano quelle dall’intensità regolabile.
Come già anticipato precedentemente, l’ambiente lavorativo deve avere aperture sufficienti per un rapido ricambio d’aria ma, devono anche garantire un certo grado di illuminazione naturale per ottenere un certo comfort visivo. Aspetto fondamentale è la disposizione del piano di lavoro rispetto alla finestra. Quest’ultimo deve essere posizionato perpendicolarmente all’apertura per evitare riflessi fastidiosi sugli schermi dei videoterminali, impedendo al lavoratore il normale svolgimento delle sue attività.
Inoltre, la finestra deve poter essere schermata nel caso in cui l’illuminazione fosse eccessiva. La situazione più indicata è quella in cui è possibile schermare la luce naturale attraverso l’impiego di veneziane o tapparelle.
Il piano di appoggio dovrebbe essere a basso indice riflettente, in legno per esempio. Anche in questo caso è preferibile avere un piano dalle tonalità chiare, fatta eccezione per il bianco. Viene suggerito un piano di appoggio unico o doppio regolabile in altezza, avente altezza (dal pavimento) minima pari a cm 72. In aggiunta, la superficie di lavoro, deve essere sufficientemente ampia da permettere all’operatore di appoggiare interamente gli avambracci durante l’impiego del videoterminale. In ultimo ma non per importanza, deve essere disponibile lo spazio per la parte inferiore del corpo, almeno cm 45 per le ginocchia e cm 60 per i piedi.
La seduta più indicata è facilmente regolabile in altezza ed inclinazione ed è caratterizzata da un basamento a 5 razze con rotelle come quella riportata di seguito.
Inoltre, si suggerisce una seduta imbottita, rivestita in stoffa e dallo schienale concavo.
Il monitor va posizionato ad una distanza compresa tra cm 50 e cm 70 dagli occhi dell’operatore e dovrebbe essere regolabile in rotazione, altezza ed inclinazione oltre che luminosità e contrasto. I caratteri sullo schermo devono essere ben definiti e leggibili.
La corretta postura al videoterminale prevede:
- Spalle rilassate e schiena dritta;
- Schienale regolato in modo da fornire il corretto sostegno della zona dorso lombare;
- Altezza del piano di seduta che consenta il pieno appoggio a terra dei piedi;
- Gambe piegato in modo da formare un angolo di circa 90°;
- Parte superiore dello schermo all’altezza degli occhi e sguardo perpendicolare al monitor.
La tastiera più indicata è a spessore basso, autonoma ed inclinabile (con piedini regolabili).
Infine, i documenti di lavoro devono essere posti in modo tale da ridurre al minimo i movimenti della testa e degli occhi. L’eventuale supporto per i documenti deve essere stabile e regolabile.
Movimentazione manuale dei carichi
Nella normale attività di ufficio può presentarsi l’esigenza di movimentare faldoni, risme di carta, ecc.
Solitamente questi non costituiscono un carico eccessivamente gravoso per il dipendente, uomo o donna che sia ma è bene porre la giusta attenzione negli spostamenti in modo da evitare dolori all’apparato muscolo-scheletrico.
L’aspetto fondamentale è che lo spazio lavorativo non sia soffocato dalla presenza di documenti, faldoni, ecc. in quanto il lavoratore deve poter sempre muoversi con versatilità all’interno dell’ufficio. Dunque, si torna a sottolineare l’importanza dell’adottare un sistema di archiviazione consono e sicuro.
Richiedi una consulenza a Pass per verificare questi aspetti all’interno dei tuoi uffici, o ancora meglio prima di iniziare l’attività, così da poter richiedere dvr videoterminali, microclima e in generale una valutazione dell’ impostazione dei luoghi di lavoro.